L’architettura dell’aria

Siamo abituati a pensare che con il termine “architettura” ci si riferisca unicamente all’idea della costruzione di edifici fisici o al miglioramento di spazi materiali abitati e vissuti da delle persone. Ma ecco che l’architettura dell’aria, un progetto che ha preso corpo grazie a Yves Klein, pittore riconosciuto a livello internazionale, ha iniziato a cambiare il concetto stesso di architettura.
L’architettura dell’aria permette di rispondere alle nuove esigenze in materia di architettura, aiutando e accompagnando l'architetto nella progettazione architettonica contemporanea.
L’architettura dell’aria: cos’è?
L'architettura dell’aria è un nuovo modo di ottimizzare l’aria dentro degli spazi geografici precisi, in modo da rendere gli edifici resistenti ai fenomeni atmosferici, sempre più violenti, e quindi aiutarli a superare la prova del tempo.
Secondo Yves Klein, l’architettura dell’aria consiste nel rimpiazzare gli elementi di costruzione classici con degli elementi naturali, come l’acqua, la terra e il fuoco. Questa teoria ha permesso all’artista di ripensare il concetto di architettura stesso, riportandolo ad un livello ancestrale e di trovare una risposta alle sfide ambientali che oggigiorno sono sempre più onnipresenti.
La teoria dell’architettura dell’aria
Questa teoria, una volta messa in pratica, ha permesso di ripensare la costruzione architetturale delle case sugli alberi in Nuova-Guinea, arrivando a creare alloggi più adeguati e amalgamati con la realtà ecologica ed economica del territorio.
Per i suoi progetti d’architettura dell’aria, Yves Klein si è associata all’architetto Claude Parent. Secondo Klein la teoria dell’architettura dell’aria, dove i muri sono costituiti da fuoco o acqua, consentirebbe di ripensare la città di domani ed adeguarle in modo da bilanciare benessere umano ed esigenze ambientali ed ecologiche. Di fatto l’attuazione di questa teoria ha già avviato la transizione ecologica nell’architettura contemporanea che è sempre più caratterizzata da “aria e luce”.
Le case dell’aria
Françoise Perrin, architetto francese che vive a Los-Angeles, seguendo proprio la teoria di Yves Klein, ha inventato le case dell’aria, che sono più resistenti alle nuove condizioni atmosferiche e climatiche. Attraverso questi nuovi edifici l’architetto ha voluto ritrovare un’armonia andata persa tra architetto e l’ambiente che lo circonda. Questo vuol dire lasciare al territorio la possibilità di svilupparsi intorno all’edificio senza esserne intralciato.
L’architettura contro i cambiamenti climatici
Il progetto di Yves Klein ha dato via ad una nuova visione di architettura che si pone come protagonista principale nella lotta ai cambiamenti climatici e che:
- piazza l’uomo al cuore del progetto architettonico,
- prende in considerazione il territorio urbano armonizzandolo con il contesto circostante, pesando gli effetti che gli edifici hanno sull’ambiente,
- associa il concetto di architettura con il rispetto della fauna e flora che vive in quel determinato territorio.
JUNYA ISHIGAMI, l’architetto che lavora con la teoria dell’aria
Il lavoro di Klein ha portato differenti architetti a ripensare il loro metodo. I progetti realizzati da Junya Ishigami fanno appello agli stessi elementi immaginati da Yves Klein. Pensare un progetto in base ad elementi naturali come acqua e fuoco non basta; bisogna svilupparlo intorno ed in accordo con essi.
Per esempio, l’architetto ha costruito in un parco nei Paesi Bassi tre passaggi coperti totalmenti fatti in vetro, materiale che ha permesso un mimetizzazione pressoché totale con l’ambiente naturale.
L’architettura dell’aria vede più lontano della semplice costruzione o restaurazione di un edificio, ma prende in considerazione tutte le varianti necessarie affinché un edificio o struttura si fonda con l’ambiente in modo che tutti ne beneficiano, uomini e ambiente naturale.
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