Intervista all'architetto Vittorio Valpondi

Intervistiamo l'architetto Vittorio Valpondi, che opera presso il suo omonimo Studio.

Che percorso di studi ha effettuato per diventare architetto?

Liceo scientifico e successivamente ho frequentato la facoltà di architettura presso l’Università' degli Studi di Firenze.

Cosa ama della sua professione e perché l’ha scelta?

L'unione tra arte e tecnica, tra psicologia umana e ambiente costruito, il dialogo intenso coi committenti fruitori sia dei singoli edifici, che di una intera città, perché nel confronto si impara sempre qualcosa di nuovo e ci si abitua a mettere sulla carta le idee mediate dalle visioni altrui.

Quali sono le principali difficoltà della sua professione?

La sconvolgente burocrazia che accompagna tutte le fasi di una costruzione e di una progettazione urbanistica. Per il resto non ho problemi ad affrontare tutti gli aspetti del lavoro che si presentano, anche se dovessero essere novita. Ho acquisito nel corso della mia carriera una metodologia di approccio ai problemi che mi consente di affrontare qualsiasi difficoltà che si dovesse prospettare.

Secondo lei, qual è il ruolo principale di un architetto?

Il ruolo dell'architetto e' quello di mettere armonia tra uomo e ambiente, sia questo un ambiente domestico, industriale, commerciale o urbano. Nella mia accezione "mettere armonia" significa creare degli spazi in cui la persona si riconosca, si senta al sicuro, si possa esprimere al meglio.

Qual è, secondo lei, una qualità indispensabile per esercitare la sua professione?

Una buona sensibilità e disponibilità al dialogo costruttivo.

In cosa consiste la sua professione?

Nell’armonizzazione tra uomo e ambiente.

Cosa la motiva di più nella sua professione?

La creazione di qualcosa di nuovo. Per me il gesto creativo ha qualcosa di sovrannaturale che resiste nel tempo anche come sola immagine della memoria.

Di quale progetto conserva più ricordi?

Il progetto di restauro della "corte streggia" un vecchio edificio rurale rimasto inglobato nell'ambiente urbano moderno. L’edificio era stato acquisito dalla pubblica amministrazione comunale per ricavarne alloggi protetti. 

In corso d'opera abbiamo trovato una chiesetta con campanile risalente all’incirca all’anno 1000 d.c. integrati nella muratura della casa e del fienile. Con un grande sforzo di carattere tecnico e strutturale siamo riusciti a mantenere in piedi tutte la parti riconoscibili dell'edificio originario (chiesa) e ad evidenziarlo, tramite lo studio del colore, all'interno dell'edificio trasformato.

Correva l'anno 1983 ed io dovevo ancora finire il servizio di leva, per cui iniziai a dirigere i lavori per telefono. 

Qual è la sua città preferita?

Firenze

Se dovesse costruirsi una casa, che aspetto avrebbe?

Molto moderno ma con attenzione al contesto in cui si colloca per non generare contrasti stridenti con l’ambiente circostante. 

Dove trova l’ispirazione?

Nei miei ricordi e nelle mie invenzioni.

Come definisce la relazione tra l’architetto e il cliente?

Un rapporto di reciproca fiducia, che non deve mai venire meno. Se questo dovesse accadere, meglio abbandonare il lavoro.

In cosa è specializzato?

Non possiedo una vera e propria specializzazione. La mia esperienza e' talmente variegata che posso affrontare qualsiasi problematica. Dal disegno industriale di oggetti legati al vivere quotidiano al disegno delle città e del paesaggio.

Qual è la sua app preferita al momento?

Carta e matita.

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Chiamatemi per fare con voi un pezzo del vostro viaggio, saprò' essere una compagnia utile, dando forma ai vostri sogni ed interpretandoli nel modo migliore.

Grazie mille per il tempo che ci ha dedicato Arch. Valpondi! 

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