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Intervista all'architetto Marcello Lubiani

 

Intervistiamo l'architetto Marcello Lubiani, che opera presso lo Studioquarantotto a Sassari.

 

Che percorso di studi ha effettuato per diventare architetto?

Ho frequentato il corso di Laurea Magistrale al Politecnico di Torino, con successiva Abilitazione. Successivamente ho conseguito un Master in Project Management presso Universidad Europea de Madrid.

Qual è stato il suo percorso professionale fino ad oggi?

Ho lavorato da sempre nello studio tecnico di mio padre, che è attivo dal 1968, curando principalmente importanti lavori pubblici e di urbanistica, diventando negli anni il principale studio di architettura della Sardegna. Tutt'ora credo sia lo studio più vecchio ancora in attività. Inoltre ho lavorato in studi privati a Torino, in aziende multinazionali di consulenza alle costruzioni a Madrid e a Londra. 

Attualmente, dopo la recente scomparsa di mio padre, ho rilevato il suo studio, portando avanti soprattutto i lavori privati e continuando la sua attività.

Cosa ama della sua professione e perché l’ha scelta?

Con lo studio di mio padre la scelta era quasi scontata, sebbene il mio rientro in sede a Sassari non fosse previsto così rapidamente. Tuttavia ritengo che, malgrado le difficoltà dovute alla crisi e ai mutamenti sociali ed economici, il lavoro di architetto sia ancora illustre e fondamentale. E' un tipo di attività che abbraccia svariati campi e questo ti permette di essere sempre in una fase di studio, come all'università.

Quali sono le principali difficoltà della sua professione?

Le difficoltà nascono dalla congiuntura economica che ci stiamo portando dietro ormai da oltre un decennio. Questa ha modificato soprattutto gli aspetti sociali e i rapporti tra le persone. Inoltre la recente pandemia ha causato materialmente una cesura col passato facendo si che la figura dell'Architetto abbia perso sicuramente lustro e professionalità. Oltre a questi aspetti personali c'è da aggiungere un asfissiante burocrazia che condiziona il rapido svolgimento delle pratiche edilizie, tutto a discapito di progettazione e qualità architettonica.

Secondo lei, qual è il ruolo principale di un architetto?

Principalmente dovrebbe apportare qualità e benessere abitativo, requisiti fondamentali nella vita di una città. Ritengo infatti che la sua missione non si esaurisca nella mera progettazione o nel disegno di tavole, ma abbia valenze sociali, economiche e morali.

Qual è, secondo lei, una qualità indispensabile per esercitare la sua professione?

Indubbiamente la pazienza, oltre a una predisposizione allo studio e al rinnovamento continuo per accrescere le proprie conoscenze.

In cosa consiste la sua professione?

La professione è basata su un sistema fitto di relazioni sociali, che vanno dal cliente, dal collega, dai tecnici degli uffici, sino al quotidiano barista del caffè sotto lo studio. Tutti apportano qualcosa alla figura dell'architetto che, ribadisco, non è solo disegno su Cad o progetti di tavole architettoniche.

Cosa la motiva di più nella sua professione?

Il fatto che ogni progetto presenta sempre nuove sfide, ma soprattutto quando, dopo l'impegno e il dialogo con colleghi etc, riesci a soddisfare le esigenze del tuo cliente.

Di quale progetto conserva più ricordi?

Sicuramente tutti i grossi progetti pubblici che ho svolto aiutando mio padre, sebbene spesso con grandi difficoltà: il suo ricordo, non senza malinconia, dovrà guidarmi per il resto della carriera.

Qual è la sua città preferita?

Ho piacevolissimi ricordi di tutte le città ove ho avuto la fortuna di abitare/vivere: Torino, Londra, Madrid e ovviamente la mia città natale Sassari. Tuttavia non mi dispiacerebbe, più avanti, vivere nel Trentino Alto Adige.

Se dovesse costruirsi una casa, che aspetto avrebbe?

La casa dove vivo (il nostro ex studio) è già a mia misura: un piano rialzato con corte/giardino interna.

Dove trova l’ispirazione?

Nelle vecchie riviste di architettura dell'università e nei libri, oltreché nei progetti di mio padre.

Attualmente, a mio giudizio, c'è molta moda e poca qualità architettonica.

Come definisce la relazione tra l’architetto e il cliente?

Complessa e fragile.

In cosa è specializzato?

Ho fatto corsi per il restauro nei centri storici, ma grazie alla mia vecchia Laurea ho una conoscenza di ogni branca dell'Architettura, seppur ovviamente non completa.

Qual è la sua app preferita al momento?

Whatsapp business è quella che uso di più... in passato ho trovato utile anche houzz pro.

Lasci un messaggio per i tuoi futuri clienti!

Il messaggio è di aprire la mente e accettare un confronto senza impegno o vincoli con un architetto, che saprà ascoltare le vostre esigenze e le idee sul progetto, cercando di ottimizzarle al meglio per i vostri interessi.

Ha altro da aggiungere?

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Grazie a lei per il suo tempo Arch. Lubiani! 

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