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Intervista all'architetto Diego Maglioni

 

Intervistiamo l’architetto Diego Maglioni, che opera a Torino presso lo Studio DIMA Design.  

 

Salve Diego, che percorso di studi ha effettuato per diventare architetto libero professionista ?

Ho frequentato il liceo artistico nell'adolescenza, dopodichè mi sono iscritto alla Facoltà di Architettura di Torino, dove ho conseguito la laurea magistrale in architettura, indirizzo urbanistico. 

Qual è stato il suo percorso professionale fino ad oggi? 

Ho lavorato presso uno studio di urbanistica ed architettura del paesaggio durante il percorso di studi, poi dopo la laurea ho collaborato con lo studio di urbanistica del mio relatore di tesi affiancandolo alla libera professione in campo più specificamente edilizio, che ho poi seguito fino ad oggi, alternandolo con collaborazioni quale consulente esterno presso studi di progettazione per la GDO. 

Cosa ama di più della sua professione e perché l’ha scelta? 

Ho scelto la mia professione quasi per caso, dopo il liceo artistico ero orientato all'attività di fumettista, ma poi sono rimasto "fagocitato" dall'architettura.  

La parte più stimolante è senz'altro quella del lavoro fianco a fianco con la committenza, del mutuo svilupparsi di suggestioni e stimoli.

Quali sono le principali difficoltà che riscontri nella tua professione?

La  prima innanzitutto è la burocrazia, che rende ogni piccolo dettaglio quasi insormontabile, seguita da una incertezza pressochè totale sui flussi di cassa, e da una normativa praticamente quasi impossibile da seguire in toto.

Qual è secondo lei il ruolo principale di un architetto? 

Dipende molto dall'ambito in cui si opera; per me che opero principalmente in quello della riqualificazione edilizia a livello di unità immobiliari, è quello di consulente specializzato della committenza, ruolo non impositivo ma di supporto.

Qual è, secondo lei, una qualità indispensabile per esercitare la sua professione? 

Al contrario del pensiero comune che predilige la specializzazione a tutti i costi, penso che un buon architetto debba avere una buona conoscenza di tutti gli aspetti, da quelli compositivi a quelli più squisitamente tecnici e normativi, una buona conoscenza della progettazione energetica, oramai indispensabile, degli aspetti fiscali, della sicurezza in cantiere, dell'efficacia della rappresentazione, della comunicazione con la committenza, unita ad una spiccata curiosità non solo per il mondo dell'architettura, ma delle arti e della cultura in genere.

In cosa consiste la sua professione?

Mi occupo di riqualificazione immobiliare lavorando per lo più su progetti di ristrutturazione residenziale, dall'unità immobiliare all'intero edificio, seguendo sia in prima persona gli aspetti di progettazione più propriamente compositiva e creativa, sia in qualità di project manager di tutti gli aspetti più tecnici e settorializzati affidati a specifici professionisti (calcolo strutture, impiantistica, etc.), unitamente alla riqualificazione e risparmio energetici, oramai imprescindibili in qualsiasi ambito progettuale ed agli aspetti della sicurezza in cantiere.  

Parallelamente, continuo la mia attività quale consulente esterno in ambito GDO, unitamente alla progettazione per attività commerciali e progettazione e consulenza per condomini.

Cosa la motiva di più nella sua professione?

Il fatto che non esista mai un punto di arrivo: ogni progetto è insieme la conclusione di un percorso e l'inizio di uno nuovo, con sempre nuovi stimoli, nuove sfide e nuovi ambiti in cui apprendere conoscenze.

Di quale progetto conserva più ricordi?

Ho buoni ricordi di tutti i progetti su cui ho lavorato negli ultimi dieci anni, assestandomi sull'ambito residenziale dopo anni in cui ho più "vagato" tra le categorie, per via del legame che si instaura quasi sempre con la committenza, che quasi sempre travalica il mero rapporto cliente-professionista.

Qual è la sua città preferita? 

Vivo e lavoro a Torino, città che conosco ed amo profondamente, nel resto d'Italia ho conoscenze meno approfondite che mi fanno apprezzare molti aspetti delle città che ho visto ma che non mi hanno ancora permesso lo svilupparsi di legami emotivi profondi.  

Fuori dall'Italia, ho una particolare predilezione per Edimburgo e Praga.

Se dovesse costruirsi una casa, che aspetto avrebbe?

Ho un legame emotivo con l'architettura organica, specie nei suoi maggiori rappresentanti: Frank Lloyd Wright ed Alvar Aalto, e quindi penso che gli elementi di integrazione nel contesto, specie se naturale, sarebbero quelli che tenderei ad esplorare maggiormente.

Dove trova l’ispirazione?

Fondamentale è essere sempre curiosi: osservare, e soprattutto capire, il lavoro degli altri, le realizzazioni che continuamente ci passano sotto gli occhi.  

E poi le relazioni con le persone, siano esse la nostra committenza od altri: in fin dei conti è "l'oggetto" essere umano ad essere al centro del nostro lavoro, ed è alla fin fine lui, i suoi comportamenti, i suoi sogni, le sue aspirazioni, la nostra più grande fonte di ispirazione.

Come definisce la relazione tra l’architetto e il cliente?

Un percorso collaborativo, che dovrebbe avvenire, nel più ottimistico degli scenari, fianco a fianco: il professionista mette certamente a disposizione del suo cliente un patrimonio di conoscenza tecnica e di creatività, ma che non deve mai essere impositivo.  

Come diceva il grande designer novarese Enzo Mari, "ogni persona sa ampiamente progettare, indipendentemente dal suo grado di istruzione" ed il nostro lavoro deve essere quello di supporto ai desideri ed alle idee dei nostri clienti.

In cosa è specializzato?

Come spiegavo prima, più che una specializzazione in particolare, mi occupo di progettazione integrata, seguendone tutti gli aspetti (compositivo-creativo, strutturale, impiantistico, fiscale) sia direttamente sia attraverso collaboratori specializzati.  

I principali campi d'azione sono quelli della residenza, del commercio e l'ambito condominiale, con consulenze anche in ambito GDO.

Qual è la sua app preferita al momento?

La mia app preferita al momento è ancora... la mia mano!  

Pur non negando l'utilità delle interfacce digitali, specie quelle di render, di cui mi avvalgo, amo ancora lavorare molto schizzando a mano libera.

Un messaggio per i suoi futuri clienti? 

“Non vediamo l'ora di affiancarvi nel percorso creativo di ciò' che avete in mente, e fare insieme un po' della strada che richiederà!”

 

Grazie del suo tempo Arch. Maglioni! 

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